“Corriere della Sera”, 15 marzo 2012
Diffido anch’io, da liberale, dell’intrusione dello Stato nella vita privata e della raccolta di dati personali, anticamera del Grande Fratello. Ma non mi pare che i blitz dell’Agenzia delle entrate siano finalizzati ad archiviare dati “sensibili” quali i comportamenti sessuali, le pratiche religiose o le idee politiche, quanto piuttosto a scoprire il tenore di vita e i beni dei cittadini infedeli, elementi necessari per un’equa imposizione fiscale. Si infrange lo Stato di diritto non quando si tenta di fare osservare la legge a chi non la vuole rispettare, ma se si tollera la disparità di trattamento tra chi fa il proprio dovere e chi si ingegna per truffare la comunità.
Sono quindi fuori luogo i rilievi del garante della privacy Francesco Pizzetti il quale, se mai, dovrebbe preoccuparsi che i dati immagazzinati dall’Agenzia non travalichino la sfera fiscale e non diventino oggetto di commerci impropri. Ed appare astratta l’opinione di Giuseppe Bedeschi (“Corriere della sera”, 14 marzo) che invoca come rimedio all’evasione fiscale la deduzione delle spese con fattura, un metodo sicuramente efficace ma che non sembra prospettarsi all’orizzonte della legislazione italiana. D’altronde le attuali indagini della Guardia di finanza sono normale routine nei paesi liberali, Gran Bretagna e Stati Uniti, dove spesso, accanto ai nomi delle persone indicate dalle cronache giornalistiche, compare il reddito dichiarato.
Un paese in cui un terzo degli abitanti evade parzialmente o totalmente le tasse, che elenca meno di centomila contribuenti con un reddito superiore ai 150.000 euro l’anno, e che ha una criminalità organizzata sempre più di tipo finanziario, ha bisogno che la legge e l’amministrazione pubblica – in particolare sul terreno fiscale – siano effettivamente uguali per tutti. Non dimentichiamo che in Italia milioni di mariuoli fiscali sono considerati “furbi” da imitare, mentre i cittadini onesti (soprattutto a reddito fisso) che pagano le tasse sono additati come “fessi” da sbeffeggiare. Ben vengano, dunque, i sistematici blitz del Fisco come quelli messi in atto in questo periodo grazie al governo Monti che ha dimostrato anche in questa materia un rigore senza precedenti.
Massimo Teodori